Supplica alla Madonna di Medjugorje per i malati oncologici

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O dolce Madonna di Medjugorje, Madre di Misericordia e di infinita tenerezza, con cuore colmo di fiducia ci rivolgiamo a Te per tutti i malati oncologici, che vivono nell’ombra della prova e della sofferenza.
Tu, che conosci il peso delle lacrime e delle paure, abbraccia ogni figlio e ogni figlia che lotta contro la malattia: dona loro la speranza viva, quella che non si spegne neppure nella notte più buia.
Madre, solleva chi si sente solo e smarrito; asciuga le lacrime di chi si stanca e di chi teme, e dona loro il coraggio di affrontare ogni giorno.
Ti supplichiamo, o Regina della Pace, accendi nei cuori la luce della fiducia nell’amore di tuo Figlio, perché possano sentire la Sua vicinanza nei momenti di debolezza e dolore.
Intercedi, Madre Santa, presso il Signore della Vita, perché mai venga meno la gioia di sperare e la forza di affidarsi, anche quando il sentiero è duro da percorrere.
A noi concedi di essere strumenti della Tua tenerezza, perché, attraverso piccoli gesti, possiamo portare sollievo e conforto a chi soffre.
O Madonna di Medjugorje, stringi nella Tua materna protezione tutti i malati oncologici e le loro famiglie: infondi in essi il dono della speranza, affinché sappiano che non sono mai soli e che anche nella sofferenza la Vita può rifiorire.
Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
Questa preghiera si colloca nello scenario spirituale della devozione mariana, specificamente orientata verso la Madonna di Medjugorje, una delle espressioni contemporanee più diffuse di fede e affidamento a Maria. Medjugorje è una località della Bosnia-Erzegovina famosa per le presunte apparizioni mariane iniziate nel 1981, che hanno dato vita a un vivo movimento di preghiera, pellegrinaggi e conversione. Il cuore della spiritualità di Medjugorje è la chiamata alla pace, alla riconciliazione, al digiuno, alla preghiera del rosario e alla fiducia nel potere dell’intercessione materna di Maria.
Dottrinalmente, la preghiera s’inscrive nella tradizione cattolica che riconosce a Maria un ruolo di mediatrice e interceditrice presso Cristo. Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma: «La Beata Vergine Maria, dopo l’annuncio dell’Angelo, accolse il Verbo di Dio nel suo cuore e nel suo corpo e dette la vita al mondo, perciò è riconosciuta e venerata come vera Madre di Dio» (CCC 964). Pur restando l’unico Redentore Cristo, Maria viene invocata come colei che accompagna e sostiene spiritualmente i suoi figli, specialmente nelle prove, come nei casi di malattia grave.
Il dolore oncologico rappresenta una delle prove più dure del nostro tempo; perciò, affidare questi malati alla Madre di Misericordia esprime la fiducia tipica del popolo cristiano che, oltre alle cure mediche, cerca conforto e senso proprio nella fede e nella preghiera. In questo senso, la preghiera qui proposta unisce compassione umana e speranza soprannaturale.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera si rivolge esplicitamente a Maria, Madre di Misericordia, con la specifica titolazione di “Madonna di Medjugorje” e “Regina della Pace”. Sono invocati attributi che ne sottolineano la maternità compassionevole, la sua tenerezza e la sua funzione protettiva. Si fa leva sulle esperienze di dolore che Maria stessa ha vissuto – come Madre ai piedi della croce – per chiedere la sua comprensione e intercessione.
Vengono evidenziate due importanti funzioni mariane:
- L’intercessione presso Cristo, perché “mai venga meno la gioia di sperare e la forza di affidarsi anche quando il sentiero è duro da percorrere”;
- L’aspetto pedagogico ed esemplare, perché i fedeli possano diventare a loro volta strumenti della sua tenerezza e portare consolazione.
Questa scelta riflette la visione ecclesiale di Maria come Madre di tutta l’umanità (cfr. Lumen Gentium 62) e come colei che accompagna i figli nelle difficoltà della vita.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
I beneficiari principali dell’intercessione mariana sono tutti i malati oncologici (“tutti i malati oncologici e le loro famiglie”) che vivono “nell’ombra della prova e della sofferenza”. L’accento cade sulla sofferenza sia fisica sia interiore vissuta nell’esperienza della malattia: la paura, lo smarrimento, la stanchezza, l’isolamento, le lacrime.
I bisogni affrontati dalla preghiera sono di vario ordine:
- Fisico: chiedere sollievo nella sofferenza, forza per affrontare le terapie e i giorni difficili;
- Psicologico: la consolazione per chi si sente solo, il coraggio per chi teme, la speranza per chi vive la notte più buia;
- Spirituale: la fiducia nell’amore di Cristo (“accendi nei cuori la luce della fiducia”), la capacità di affidarsi anche nella prova, il dono di non perdere la speranza cristiana.
Viene inoltre chiesta protezione per le famiglie, anch’esse spesso provate da stanchezza, preoccupazioni e senso di impotenza.
Questa dimensione “a tutto tondo” della preghiera corrisponde all’insegnamento cristiano della cura integrale della persona, anima e corpo, tipica delle opere di misericordia evangeliche (Mt 25,36; Gc 5,14-15).
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche pertinenti
Nel testo emergono alcuni temi teologici centrali:
- La compassione di Maria: richiama la sua partecipazione sofferente alla Passione di Cristo (“Tu che conosci il peso delle lacrime e delle paure”; cfr. Gv 19,25-27).
- L’intercessione presso il Signore: storicamente attestata nei Padri come “Avvocata del genere umano” (Sant’Ireneo: “Così come Eva, per opera del serpente, accettò la parola di Dio e divenne causa di morte per sé e per tutto il genere umano, così anche Maria… divenne causa di salvezza per sé e per tutto il genere umano”, Adversus Haereses, V,19,1).
- La speranza cristiana: pur nella notte della prova, permane la possibilità di una “speranza viva” (cfr. 1 Pt 1,3-7: “Egli ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva…”).
- La presenza di Cristo accanto al sofferente: “Vicino all’uomo che soffre è Gesù stesso, il Crocifisso Risorto” (cfr. Papa Francesco, Angelus 6 febbraio 2022), mediata anche dalla compassione di Maria.
- La carità operosa: la richiesta di imparare a essere “strumenti della Tua tenerezza” rimanda alla necessità, evangelica e patristica, di tradurre la fede in gesti di compassione concreta (Lc 10,25-37: parabola del buon samaritano; Gc 2,15-17).
- La resurrezione e la vita che rifiorisce: anche nella sofferenza, la vita può rifiorire, per la forza della fede nella risurrezione (cfr. Gv 11,25-26: “Io sono la risurrezione e la vita…”).
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
Questa preghiera appartiene soprattutto al genere dell’intercessione, poiché si chiede a Maria di ottenere grazie specifiche presso Dio per i malati oncologici e le loro famiglie. Accanto all’intercessione, è fortemente presente il tono di supplica e, in misura minore, di lode e affidamento.
Nella tradizione liturgica, preghiere simili trovano spazio nei momenti di preghiera spontanea, nei santuari mariani, durante messe o novene per i malati. Sebbene la Madonna di Medjugorje non sia inserita nei calendari liturgici ufficiali (dal momento che le apparizioni non sono ancora riconosciute dalla Chiesa in modo definitivo), la devozione popolare la celebra ampiamente e molte parrocchie vi attingono specialmente durante celebrazioni per i malati, momenti di adorazione o rosari comunitari.
Si può anche inserire questa preghiera nell’ambito delle “Preghiere di intercessione per i malati”, nel contesto della recita del Rosario, in novene di preparazione a particolari pellegrinaggi, oppure come meditazione nel giorno 11 febbraio, memoria liturgica della Madonna di Lourdes e Giornata Mondiale del Malato.
6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale o comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico
Preghiera personale: Chi vive la sofferenza personale o familiare, soprattutto legata alla malattia oncologica, può recitare questa preghiera quotidianamente, come affidamento e richiesta di conforto. Può essere inserita al termine del Santo Rosario, durante l’adorazione eucaristica personale o nella meditazione della Parola di Dio.
Preghiera comunitaria:
- Incontri di preghiera parrocchiali o nei gruppi di fede dediti all’intercessione per i malati;
- Durante le Messe con la speciale intenzione per gli ammalati;
- In ospedali, hospice o case di cura insieme ai malati e alle loro famiglie;
- Durante novene o tridui in preparazione a pellegrinaggi a santuari mariani.
Avvento, Quaresima e altre ricorrenze: in questi tempi forti di conversione e di speranza, la preghiera può essere proposta come segno di vicinanza e solidarietà verso chi soffre. Una menzione speciale merita l’11 febbraio (Madonna di Lourdes e Giornata Mondiale del Malato), ma anche il 15 agosto (Assunzione), la domenica della Divina Misericordia e il mese di maggio, dedicato tradizionalmente a Maria.
Modalità pratica: In preghiera comunitaria, si può alternare la lettura dei paragrafi tra più persone, con pause di silenzio per l’affidamento personale. Si può anche concludere con il canto mariano “Ave Maria” o una decina di rosario, offrendo in tal modo un momento di conforto spirituale e di coesione solidale nella fede.
Conclusione: Questa preghiera, ricca di fede e tenerezza, si inserisce perfettamente nel magistero della Chiesa sulla sollecitudine per i sofferenti e può diventare uno strumento prezioso per portare consolazione evangelica e luce di speranza nei momenti di più dura prova.
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