Preghiera a Papa Francesco per i bambini poveri per la protezione e l’amore

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Papa Francesco, padre dei piccoli e difensore dei dimenticati,
oggi ti supplichiamo per tutti i bambini che vivono nella povertà.
Tu che li stringi tra le braccia ogni volta che puoi,
che ti chini al loro livello, che li ascolti e li accarezzi,
intercedi per loro, perché trovino protezione e amore.
Proteggili dalla fame, dall’abbandono, dalla violenza.
Dona loro la possibilità di crescere, studiare, sognare.
Fa’ che non manchi loro un sorriso, una carezza, un abbraccio sincero.
Prega per le famiglie ferite,
per le madri sole, per i padri in difficoltà,
perché possano offrire ai propri figli la tenerezza e la sicurezza di cui hanno bisogno.
Tu che hai detto che ogni bambino è un dono,
ricorda al mondo che nessuno è piccolo agli occhi di Dio.
Che ogni vita vale, ogni lacrima pesa, ogni bambino merita amore.
Papa Francesco, guida compassionevole,
continua a parlare per loro, a camminare con loro,
e a ispirarci gesti concreti di solidarietà e giustizia.
Amen.
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Spiegazione della Preghiera
1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera
Questa preghiera è radicata nel cuore della spiritualità cristiana contemporanea, caratterizzata da una attenzione privilegiata agli ultimi, ai piccoli e ai dimenticati, così come insegnato e vissuto da Papa Francesco. L’ispirazione trae origine tanto dal Vangelo (“Chi accoglie uno di questi piccoli nel mio nome, accoglie me”, Mc 9,37), quanto dalla dottrina sociale della Chiesa che invita a riconoscere in ogni essere umano un figlio di Dio, degno di considerazione, dignità e amore.
Dottrinalmente, la preghiera si muove nell’alveo della comunione dei santi e dell’intercessione reciproca all’interno del corpo ecclesiale. Essa attribuisce a Papa Francesco — non come fonte autonoma di grazia, ma come membro eminente della Chiesa e padre spirituale del nostro tempo — un ruolo di intercessore e modello, sulla scia dei “santi viventi” che, secondo la storia della Chiesa, possono essere oggetto di preghiere d’intercessione, pur nel rispetto delle distinzioni tra venerazione e culto.
Si colloca quindi in una dimensione di empatia evangelica e di solidarietà universale, facendo eco agli insegnamenti di Cristo riguardo allo sguardo preferenziale per i poveri e i deboli (cfr. Mt 25,40). Sottolinea inoltre l’inviolabilità e il valore della vita umana, in modo particolare nella fragilità dell’infanzia, esprimendo la dottrina secondo cui ogni persona, fin dalla nascita, è nel cuore di Dio.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera è rivolta a Papa Francesco, nella consapevolezza del suo essere pontefice (pontifex), “costruttore di ponti” tra Dio e gli uomini e tra i popoli, ma soprattutto nel suo essere padre dei piccoli e difensore dei dimenticati, come recita il testo stesso.
Questa invocazione si colloca in una consolidata tradizione di affidamento e stima verso figure che incarnano vividamente il Vangelo e sono capaci di rappresentare l’intera Chiesa nella compassione e nell’impegno a favore dei più deboli.
Papa Francesco, fin dal suo pontificato, si è distinto per la vicinanza concreta ai bambini, ai poveri e agli emarginati, come testimoniano i suoi gesti, le sue omelie e le sue decisioni. Affidarsi alla sua intercessione significa dunque riconoscerne il carisma e il magistero, facendo leva su di essi nella preghiera personale e comunitaria.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
L’intercessione si allarga abbracciando diversi beneficiari, in primis:
- Tutti i bambini che vivono nella povertà: sono nominati esplicitamente e descritti nelle loro vulnerabilità fondamentali (fame, abbandono, violenza, privazione di affetto e sicurezza).
- Le famiglie ferite: in particolare madri sole e padri in difficoltà, cioè quei nuclei che rischiano di non assicurare ai giovanissimi la tenerezza e la stabilità necessarie per crescere.
- Il mondo intero, coinvolto indirettamente nella chiamata a non dimenticare che ogni bambino è un dono e che “nessuno è piccolo agli occhi di Dio”.
I bisogni affrontati sono sia materiali che spirituali:
- Fisici: protezione dalla fame (diritto al cibo), dall’abbandono (bisogno di una presenza adulta stabile), dalla violenza (difesa dell’integrità e della sicurezza); accesso all’istruzione, alla possibilità di sognare e alla crescita integrale.
- Spirituali: ricevere amore, carezze, sorrisi, abbracci sinceri; sentirsi riconosciuti come preziosi agli occhi di Dio; trovare una comunità capace di rispondere alle proprie necessità interiori.
Questo approccio “olistico” riflette l’ideale evangelico di un essere umano da accogliere e custodire in tutte le proprie dimensioni, rispecchiando le affermazioni del Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 2443-2449) sulla preferenza per i poveri e i bisognosi.
4. Temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche
Tra i temi teologici principali emergono:
- La dignità e il valore unico di ogni bambino: Che “ogni bambino è un dono” richiama Salmo 127,3: “Ecco, dono del Signore sono i figli”. La difesa della loro inviolabilità ricalca il comando evangelico:
“Lasciate che i bambini vengano a me… a chi è come loro appartiene il regno di Dio” (Mc 10,14).
- Intercessione e comunione dei santi: La preghiera si avvale della comunione ecclesiale, come descritto dal Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC 956):
“Non interrompiamo la comunione con i santi del cielo. Essa è ancora più intensa e benefica, in quanto sono uniti più strettamente a Cristo, sostengono tutta la Chiesa…”
In tale spirito si intravede una “pia invocazione” verso la figura pastorale del Papa. - Preferenza evangelica per i poveri: Papa Francesco ha dichiarato nella Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium (n. 209):
“L’opzione per i poveri è una categoria teologica prima che culturale, sociologica, politica o filosofica...”
- L’amore come risposta cristiana: “Ogni vita vale, ogni lacrima pesa, ogni bambino merita amore” riflette l’amore agapico, incondizionato, che trova eco in 1Cor 13,7: “Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta”.
- Solidarietà e giustizia concreta: In sintonia con Matteo 25 e con i Padri della Chiesa — come san Giovanni Crisostomo, che predicava:
“Non condividere i propri beni coi poveri significa derubarli e privarli della vita. I beni che possediamo non sono nostri, ma loro.”
In sintesi, la preghiera richiama temi dottrinali centrali: dignità della persona, solidarietà attiva, amore preferenziale per i più poveri e piccoli, valore della famiglia e necessità della conversione personale e sociale.
5. Genere di preghiera e collocazione nella tradizione liturgica
Questa supplica appartiene principalmente al genere dell’intercessione: si chiede a Papa Francesco di pregare e di sostenere le necessità dei bambini poveri e delle famiglie ferite. Sono presenti inoltre elementi di lode (il riconoscimento del ruolo profetico e paterno di Papa Francesco), ringraziamento (per il suo esempio e il suo impegno) e invocazione di solidarietà e giustizia.
Non si tratta di una formula inserita ufficialmente nella liturgia romana, ma si inserisce nella tradizione delle preghiere devozionali, come le preghiere per l’intercessione di papi, santi e testimoni della fede viventi, analoghe a quelle recitate per i vescovi o i pastori durante assemblee, incontri comunitari o attività caritative.
Sotto il profilo liturgico, trova consonanza nelle intenzioni della preghiera universale della Messa, può essere utilizzata durante le celebrazioni dedicate all’infanzia, nelle Giornate Mondiali per i Bambini, o in momenti di adorazione eucaristica.
6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale, comunitaria, e tempi dell’anno liturgico
Uso personale:
- La preghiera può essere recitata singolarmente, specie come atto di offerta quotidiana o come meditazione prima del riposo, chiedendo al Signore di custodire i più piccoli e di ispirare il cuore a gesti concreti d’aiuto.
- Puo' essere accompagnata dalla lettura del Vangelo del giorno, specie nelle pericopi sull’infanzia o i “piccoli”.
Uso comunitario:
- Potente se inserita nelle preghiere dei fedeli di una celebrazione, in incontri di carità, di catechesi o di formazione per operatori pastorali e volontari.
- Adatta per veglie di preghiera, adorazione eucaristica, recita del Rosario meditato o durante Giornate dedicate all’infanzia e alla pace.
- Può essere integrata in attività con bambini e famiglie, come supporto spirituale e educativo.
Tempi dell’anno liturgico:
- Avvento e Natale: quando l’attenzione si concentra maggiormente sul mistero dell’Incarnazione e sulla famiglia di Gesù, modello di protezione per ogni bambino.
- Quaresima: tempo favorevole per l’elemosina, la carità e la solidarietà verso i poveri.
- Giornate mondiali dedicate ai bambini, alle famiglie, o a tema pace e giustizia.
Infine, può essere diffusa come atto di sensibilizzazione per ispirare azioni di solidarietà concreta nelle scuole, parrocchie, movimenti, associazioni laicali. Si invita soprattutto a lasciarsi educare dai più piccoli alla purezza e fiducia filiale nei confronti di Dio, nella certezza che “il sorriso di un bambino è una preghiera che sale dritta al cuore del Padre”.
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