Preghiera al Signore per i bambini della Striscia di Gaza

Ascolta la Preghiera
O Signore misericordioso,
Noi ti supplichiamo con il cuore colmo di speranza e di angoscia per i bambini della Striscia di Gaza e di tanti altri luoghi sconvolti dalla guerra.
In questi momenti di terribili difficoltà, ti imploriamo di offrire loro il tuo aiuto e la tua protezione. Dona loro un rifugio sicuro dalle esplosioni e dai pericoli che li circondano, un luogo dove possano sentire il calore dell'amore e della pace.
- Riscalda i loro cuori con la tua presenza rassicurante,
- Dona loro il coraggio di affrontare ogni giorno con speranza,
- Riapri per loro le vie della gioia e dell'innocenza perdute.
Ti chiediamo con fervore di illuminare le coscienze di chi ha il potere di cambiare i loro destini, perché la pace possa prevalere e le armi tacciano per lasciare spazio alla fratellanza e alla speranza.
O Signore, accogli la nostra supplica e veglia su questi piccoli tuoi figli affinché possano un giorno vivere in un mondo dove la guerra sia solo un ricordo passato e la loro infanzia possa rifiorire nella pace.
Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La preghiera in oggetto nasce da un profondo sentire cristiano e umano dinanzi alle devastazioni della guerra, in particolare alle sofferenze dei bambini nella Striscia di Gaza e in altre terre martoriate. Nel cuore della visione cristiana, Dio è Padre misericordioso (Lc 6,36), vicino a chi soffre: la preghiera ne invoca l’aiuto mostrando una fiducia che unisce speranza e angoscia, tipica della preghiera biblica e liturgica nei momenti di crisi (si pensi ai salmi di supplica come il Sal 22,2: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”).
Il contesto dottrinale richiama il dovere della solidarietà universale, come espresso nella Gaudium et Spes (par. 27), e il primato della carità: “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40). Nel citare la catastrofe della guerra, la preghiera si colloca nell’alveo della tradizione cristiana che invita a intercedere per le vittime, come i bambini, memoria continua dell’innocenza violata e della speranza da custodire.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
L’unico vero destinatario della preghiera è Dio Padre, invocato come “Signore misericordioso”. Questo titolo cattura la fede nella compassione divina e la certezza che il Signore ascolta le grida degli oppressi e degli innocenti. È a Lui, sorgente della vita, protettore dei deboli, fonte di ogni consolazione, che ci si rivolge nei momenti di assoluta impotenza umana.
Il testo, tuttavia, allude anche implicitamente a tutta la comunità dei credenti, invitata a unirsi nell’invocazione: “Noi ti supplichiamo…”, usando la prima persona plurale, indica che la preghiera nasce da un’esperienza corale, ecclesiale, in comunione – un aspetto fortemente sottolineato nella liturgia cristiana.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
La supplica intercede principalmente per i bambini della Striscia di Gaza, ma anche “di tanti altri luoghi sconvolti dalla guerra”, ampliando così l’orizzonte universale della carità cristiana.
I bisogni che questa preghiera porta al cospetto di Dio sono molteplici:
- Bisogni fisici: richiesta di protezione e sicurezza, rifugio sicuro “dalle esplosioni e dai pericoli”, custodia della vita minacciata e della loro integrità fisica.
- Bisogni spirituali ed emotivi: pace del cuore, ritrovamento della gioia e dell’innocenza perduta, esperienza dell’amore e della presenza divina nonostante l’orrore subito. La preghiera invoca conforto, coraggio, speranza, la rinascita di relazioni di pace e fraternità.
La supplica si estende in forma di intercessione anche sugli adulti e i governanti, chiedendo che “le coscienze di chi ha il potere di cambiare i loro destini” siano illuminate, affinché agiscano per la pace e la giustizia. Così, da una preghiera per i deboli, nasce una domanda di conversione per i potenti.
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche
Nella preghiera emergono vari temi teologici portanti:
- Compassione e misericordia divina: Dio è invocato come misericordioso, secondo una ricca tradizione biblica (cfr. Es 34,6; Lc 6,36).
- Dignità e innocenza dei piccoli: nella Bibbia i piccoli hanno un posto preferenziale: “Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me” (Mc 9,37). I Padri della Chiesa, come San Giovanni Crisostomo, insegnavano:
“L’anima dei bambini è tempio di purezza; chi la ferisce ferisce il Cuore stesso di Dio.”
- Protezione nella prova: Il Sal 91 canta: “Egli ti coprirà con le sue penne, sotto le sue ali troverai rifugio”.
- Impegno per la pace e responsabilità umana: la supplica chiede un cambiamento delle coscienze e l’avvento della pace, riprendendo l’antico grido profetico:
“Trasformeranno le loro spade in aratri… non si eserciteranno più nell’arte della guerra” (Is 2,4).
- Memoria escatologica: la speranza di un mondo in cui la guerra sia “solo un ricordo passato” rispecchia la tensione escatologica e il sogno di un regno di pace, come nell’Apocalisse: “Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi…” (Ap 21,4).
La preghiera, infine, è profondamente cristocentrica, perché vede nei più piccoli l’immagine stessa di Gesù (Mt 25,40).
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
Il testo proposto rientra principalmente nel genere dell’intercessione (supplica), ma contiene anche elementi di dolore (lamentazione), speranza e implorazione della pace; si avvicina quindi ai cosiddetti “salmi di supplica” e alle orazioni universali.
Liturgicamente, una simile preghiera trova posto in vari contesti:
- Preghiera universale dei fedeli nella Messa, soprattutto in occasioni di lutto, guerra, giornata mondiale per la pace o celebrazioni speciali per i bambini.
- Adorazioni e veglie di preghiera per la pace, sia in parrocchie che in movimenti ecclesiali o comunità religiose.
- Preghiera personale o familiare nei momenti di notizie drammatiche o anniversari di eventi dolorosi.
La supplica si integra con la liturgia della Parola e il grande patrimonio delle preghiere popolari per la pace, come la “Supplica per la pace” di San Giovanni XXIII o le intercessioni mariane per i sofferenti.
6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale, comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico
Questa preghiera può essere utilizzata:
- Nella preghiera personale: al mattino o alla sera, come atto di affidamento e compassione. Si può pronunciare lentamente, lasciando spazio al silenzio, magari accendendo una candela in segno di vicinanza ai piccoli sofferenti.
- In famiglia o con bambini e ragazzi: adattando il linguaggio, può aiutare a educare alla solidarietà e alla carità, inserendola alla fine delle preghiere della sera o prima del pasto.
- In comunità e in parrocchia: integrata durante l’adorazione eucaristica, durante la preghiera dei fedeli nella Messa, nelle veglie per la pace o in occasioni di emergenza mondiale (attentati, guerre, ecc.). Si può concludere recitando insieme il “Padre nostro”.
- Nei tempi liturgici forti: durante l’Avvento e la Quaresima, periodi di attesa e conversione, è particolarmente indicata; ma anche nel periodo pasquale per invocare la risurrezione della speranza nei contesti di morte e odio.
Per una maggiore efficacia spirituale, si può unire questa supplica a gesti concreti di carità, come una raccolta di fondi per i bambini in difficoltà o opere di sensibilizzazione alla pace. Essa può anche aprire o chiudere momenti di riflessione nelle catechesi dedicate al tema della pace e della giustizia.
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