Preghiera a Dio in Canto Ripetuto per la protezione degli amici cari

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O Dio di bontà, ascolta la nostra voce,
Proteggi i nostri amici cari,
Donagli luce nelle notti scure, dona loro pace nei cuori,
Fa’ che tra le tue mani sante trovino rifugio,
Concedi loro il necessario giusto per stare bene,
O Signore della Provvidenza, veglia su chi ci è caro.
- Proteggili dal male che non vediamo,
- Guidali su sentieri di gioia e speranza,
- Sostienili sempre con il dono dell’amicizia vera,
- Dona a loro forza nei momenti duri, e serenità nei giorni di fatica.
O Dio eterno, ascolta questo canto ripetuto,
Fa’ che i nostri amici non manchino mai del pane quotidiano,
E nella misura giusta, siano colmati del necessario,
Perché possano vivere con dignità e gratitudine.
Ripetiamo insieme:
Proteggi i nostri amici, Signore, avvolgili nel tuo amore,
Fa’ che non manchi loro il bene essenziale,
E che il giusto denaro sia benedizione e non peso,
perché con te nulla manca, in te tutto è dono.
Amen.
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Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La preghiera presentata esprime una profonda fiducia nella bontà e nella provvidenza di Dio, al quale il credente si affida come fonte di protezione per le persone amate. Radicata nella tradizione cristiana, questa supplica riflette la consapevolezza che la vita è attraversata da bisogni materiali e spirituali, e che ogni bene viene riconosciuto come dono dall’altissimo.
La preghiera si inscrive nel contesto dottrinale della fede nella Provvidenza divina: Dio non è indifferente alle necessità dei suoi figli, ma se ne prende cura quotidianamente, anche attraverso le strade invisibili della grazia. Il ricorso al Dio buono, protettore e provvido, richiama l’insegnamento evangelico sulla fiducia in Dio: «Guardate gli uccelli del cielo: non seminano e non mietono... eppure il Padre vostro celeste li nutre» (Mt 6,26).
Questa preghiera trova anche eco nella costante richiesta di intercessione per gli altri, fortemente presente sia nella Scrittura sia negli scritti dei Padri della Chiesa, come manifestazione di carità attiva e di responsabilità verso la comunità.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
Il destinatario della preghiera è Dio, invocato con titoli che ne esprimono caratteristiche diverse ma complementari: O Dio di bontà, O Signore della Provvidenza, O Dio eterno. Tali invocazioni sottolineano la fiducia nel fatto che Dio sia buono, provvido, eterno e paterno. La preghiera non è dunque indirizzata ai santi o alla Vergine, ma si rivolge direttamente al Creatore come fonte di ogni bene e garante della giustizia e della pace.
Rivolgersi a Dio significa riconoscere il proprio limite e la radicale dipendenza dell’uomo dalla grazia divina, sia per i bisogni personali sia per quelli altrui. La preghiera è dunque un atto di fede, umiltà e abbandono, in cui ci si affida a Colui che è Padre anche quando non si comprende il senso degli eventi – sempre sollecito alle richieste dei suoi figli.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
Questa preghiera è marcatamente intercessoria: i beneficiari sono “i nostri amici cari”, ossia quelle persone alle quali vogliamo particolarmente bene, prossime a noi nella vita quotidiana. Il termine amici si allarga, nella sensibilità cristiana, a includere tutti coloro per cui desideriamo gioia, saftezza e pienezza di vita.
I bisogni oggetto della supplica sono molteplici e ben articolati:
- Protezione dalle insidie, visibili e invisibili: «proteggili dal male che non vediamo».
- Luce e pace contro le paure e le inquietudini: «donagli luce nelle notti scure, dona loro pace nei cuori».
- Forza e serenità nelle difficoltà: «dona a loro forza nei momenti duri, e serenità nei giorni di fatica».
- Accompagnamento sui sentieri della speranza: «guidali su sentieri di gioia e speranza».
- Sostegno relazionale: «sostienili sempre con il dono dell’amicizia vera».
- Provvista materiale: «fa’ che i nostri amici non manchino mai del pane quotidiano» e «il necessario giusto per stare bene».
- Benedizione economica: «che il giusto denaro sia benedizione e non peso».
Si evidenziano così sia attenzioni spirituali (pace, luce, forza, vera amicizia, serenità), sia preoccupazioni materiali (nutrimento, mezzi di sussistenza, salute economica), nella convinzione che la salvezza cristiana abbraccia la persona nella sua totalità.
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche
I temi teologici centrali della preghiera sono:
- La Provvidenza di Dio: Dio provvede al sostentamento dei suoi figli, così come insegna Gesù nei Vangeli:
«Dacci oggi il nostro pane quotidiano» (Mt 6,11)
«Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla» (Sal 23,1) - La protezione dal male: Il bisogno umano di protezione, sia fisica che spirituale, è costantemente affidato alla misericordia divina:
«Liberaci dal male» (Mt 6,13)
- La vera amicizia e la carità: L’amicizia autentica è segno della carità cristiana, ampiamente lodata da sant’Agostino:
«Due amici, un’anima sola in due corpi» (Sant’Agostino)
- Sufficienza e gratitudine: L’essere appagati con ciò che Dio dona, senza eccessi superflui ma con il cuore colmo di gratitudine:
«Non darmi né povertà né ricchezza; fammi gustare il cibo necessario» (Proverbi 30,8)
Nel suo complesso, la preghiera richiama anche l’insegnamento patristico secondo cui l’intercessione per gli altri è opera di misericordia e riflesso dell’amore trinitario che si riversa incessantemente sul mondo. Beda il Venerabile scriveva: «Non cessare mai di pregare per coloro che ami, perché nulla scalda più il cuore di Dio che la carità condivisa».
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
La preghiera presentata rientra principalmente nel genere dell’intercessione, pur includendo elementi di lode («O Dio di bontà»), di ringraziamento (per il dono dell’amicizia e della provvidenza), e implicitamente di supplica. Non emerge, invece, l’aspetto della penitenza.
Nella tradizione liturgica, le preghiere di intercessione rivestono un ruolo centrale sia nella Liturgia delle Ore (ad esempio nelle preghiere dei fedeli, nelle intenzioni delle Lodi e dei Vespri) sia nella celebrazione eucaristica (preghiera universale dei fedeli). Esse esprimono la dimensione comunitaria della fede, che si preoccupa non solo di se stessa ma anche degli altri, in particolare di amici, familiari, bisognosi.
Simili preghiere trovano spazio anche nei riti di benedizione, nei momenti condivisi di pastorale familiare, nella Lectio divina comunitaria e nelle veglie di preghiera.
6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale o comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico
Uso personale: Si consiglia di recitare questa preghiera quotidianamente, oppure nei momenti di particolare preoccupazione per amici ammalati, in difficoltà o in procinto di affrontare prove. Può essere scritta su un quaderno personale, pronunciata al termine della giornata, o recitata mentalmente quando si pensa agli amici.
Uso comunitario: La preghiera può essere inserita in momenti di preghiera spontanea durante gruppi di giovani o famiglie, come intenzione durante la Messa nella preghiera dei fedeli, nei momenti di veglia per i malati, oppure nelle celebrazioni in cui si raccolgono offerte per bisogni concreti all’interno della comunità.
Tempi liturgici:
- Avvento e Quaresima: Risponde al richiamo evangelico ad aprire il cuore alle necessità del prossimo, riscoprendo la preghiera come strumento di solidarietà e conversione.
- Tempo Ordinario: Può essere utilizzata ogni giorno, per ricordare che la cura cristiana non conosce stagioni particolari, ma è costante.
- Tempi di difficoltà sociale: Pandemia, crisi economiche, guerre: la preghiera, con un’adattabilità notevole, si lascia applicare ai diversi bisogni emergenti, personalizzando i riferimenti alle situazioni di sofferenza.
Modalità pratiche:
- La si può recitare da soli o “a cori alterni”, usando le parti in corsivo come risposta assembleare («Ripetiamo insieme: Proteggi i nostri amici, Signore, avvolgili nel tuo amore»).
- Può essere inserita alla fine di un Rosario o di una Lectio divina.
- Adatta anche come conclusione di una lettera o messaggio per amici lontani, a sottolineare la comunione spirituale.
In ogni caso, la preghiera non solo interpreta i desideri del cuore umano, ma li affida a Dio per aprire i cuori a uno stile di vita segnato dalla custodia reciproca e dal riconoscimento di ciò che viene ricevuto come dono. In Dio, tutto è dono.
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